Rennes (AAP) - La Corona di Francia e i suoi alleati credevano di aver messo a segno un grande colpo. Città occupate, vessilli piantati sui bastioni, Consiglio ducale rovesciato, dignitari bretoni dispersi: sulla pergamena degli strateghi, la Bretagna doveva piegarsi. Sul terreno, sbadiglia.

Perché, nonostante l’occupazione parziale del ducato, nulla accade come previsto. Le città conquistate continuano a commerciare, i mercati aprono all’alba, le fiere si tengono regolarmente, le taverne servono da bere, talvolta persino ai soldati occupanti, che scoprono con stupore che si può controllare una città senza controllarne gli abitanti.

Il Consiglio ducale è stato rovesciato, certo. Ma subito altri consigli si sono improvvisati, altre assemblee sono fiorite, e i Bretoni, ostinati come le loro rocce, hanno ripreso le vecchie abitudini: discutere tra loro, opporsi, votare. È stata persino organizzata un’elezione di un Gran Duca, come se la guerra non fosse altro che un contrattempo amministrativo.

Mentre qui ci si interroga su come dare seguito a una vittoria che non smette di non produrre nulla, la Bretagna discute. Le fazioni si accusano, i nobili intrigano, alcuni votano per se stessi, altri pescano con la lenza. Sì, pescano: colmo dell’insolenza, è stata organizzata una pesca detta “miracolosa”, che ha attirato curiosi e partecipanti come se nessun vessillo straniero sventolasse nei dintorni.

A Rennes, un osservatore riferisce persino che un certo Alatriste, stanco delle lunghe giornate di attesa, si sarebbe recato a una gara di barche organizzata senza particolare autorizzazione. Giunto sul posto, avrebbe chiesto, con tono timido e perfettamente fuori luogo in tempo di guerra: «Sarebbe possibile prendere la barca numero tredici ?» La guerra può attendere, a quanto pare; la regata no.

Alla corte di Francia, l’irritazione cresce. Le città sono prese, ma non gli animi. I capi bretoni sono rovesciati, ma sostituiti. L’ordine antico è spezzato, ma nulla di nuovo si impone. «Quando si agirà contro le figure che hanno condotto la Corona alla guerra in Bretagna ?», si mormora fin nelle anticamere. «Tagliate delle teste !», aggiungono i più impazienti, non sapendo bene cos’altro tagliare.

Perché l’impasse è tutta qui: come governare un paese che finge di non essere stato conquistato? Come imporre la pace a un ducato che continua a votare, a litigare e a pescare come se nulla fosse ? In Bretagna, la risposta è semplice e disarmante: si ignora l’occupazione e si va avanti. Alla Corona di Francia spetta ormai decidere se vuole governare un territorio… o soltanto le sue mappe.


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