
Napoli, 24 novembre 1473 — La replica del Regno delle Due Sicilie al comunicato imperiale del 23 novembre è un testo di rara durezza.
Il Re Mojmír De Fuori definisce la nota dell’Impero “talmente sconclusionata da lambire il delirio” e afferma che il Regno è “costretto a riportare la verità dove l’Impero ha lasciato solo menzogne”.
Secondo il Sovrano, le parole della controparte “grondano presunzione e ignoranza”.
Il comunicato imperiale accusa le Due Sicilie di aver invaso Siena, ma il Re ribalta l’accusa: “fu Siena, guidata dall’esercito di Julia.eva, a scatenare per prima la guerra colpendo il Regno mentre era dilaniato da una guerra civile.”
La successiva avanzata duosiciliana, prosegue il Re, non fu una scelta offensiva ma “una risposta obbligata a un’aggressione vile e premeditata.”
Sul tema della pace di Salluzzo, il Regno contesta nuovamente la narrativa imperiale: “chi mai ci ha risarcito per l’attacco a L’Aquila, portato dalle forze senesi? O forse l’Impero considera degno di risarcimento solo ciò che gli riesce? Non è colpa nostra se l’assalto senese si frantumò come vetro, mentre le nostre armate conquistarono il castello in un unico, glorioso scontro.”
Sul capitolo ONE, la critica è altrettanto severa.
Il Re respinge l’accusa di immobilismo: “in quel momento il Regno impiegava le proprie forze nel fronteggiare la costruzione di tre eserciti sotto i Meridio.”
Ma l’attacco più diretto è rivolto al comportamento dell’Impero: “esso stesso fu complice degli affondamenti, come rivelano le missive tra Justinian e l’imperatore Dicidius”.
La domanda successiva è retorica: ”dov’era l’Impero mentre la flotta francese affondava?”
La risposta del Re è altrettanto netta: l’Impero riparava le navi di ONE nel porto di Siena.
Il comunicato ripercorre poi episodi precedenti, definiti da Sua Maestà Mojmir “dimenticanza selettiva” da parte imperiale. Il Re ricorda il caso di Birger, vincolato a ordini diretti dell’ammiraglio Lauraxd. Birger, marinaio della Marina Milanese e “sotto il comando dell’allora ammiraglio Lauraxd” , avrebbe tentato di “spiare i porti abruzzesi di Silvi e di Chieti”,” la sua imbarcazione venne intercettata dalla Marina del Regno delle Due Sicilie, su disposizione del ministro della Difesa Dacos, quando si trovava ormai a soli due nodi dalle coste”. Il comunicato precisa che fu lo stesso ministro a contattare l’ammiraglio imperiale, chiedendo un intervento immediato per allontanare Birger. Tuttavia, quando gli venne intimato di cambiare rotta, Birger avrebbe dichiarato di essere “vincolato a ordini diretti provenienti dall’ammiraglio della Marina Milanese” e di conseguenza costretto “a proseguire sulla rotta assegnata.” La formulazione del testo mette in evidenza che l’azione di Birger non fu un’iniziativa personale, ma il risultato di ordini superiori espliciti.
Segue il riferimento all’affondamento di una nave genovese, che -afferma Re Mojmir - fu “richiesto esplicitamente dall’Impero” e realizzato “nel rispetto degli accordi.”
Il Sovrano commenta: “ora, a quanto pare, l’Impero tende a dimenticare i favori ricevuti”.
Nel comunicato duosiciliano, il passaggio su Shisui è uno dei più duri e diretti. Il Re introduce la vicenda con un’altra domanda retorica: “e che dire dell’affondamento di Shisui?”
Secondo il Sovrano, l’episodio non fu un gesto isolato, ma un’operazione definita attraverso un accordo politico basato su voto di scambio e fu Bossa a dare il via libera all’affondamento.
Il comunicato afferma infatti che “in cambio dell’affondamento, l’allora reggente Bossa accettò di ricevere il sostegno del Regno delle Due Sicilie a favore dell’imperatore Atum nelle future elezioni imperiali.” Il testo riporta anche un dettaglio destinato a far discutere: “Bossa dichiarò persino che sarebbe stato convocato un tavolo diplomatico, soltanto per proforma”, descritto dal Re come “un gesto di pura apparenza”. Insomma, solo fumo negli occhi, per giustificare a posteriori l’operazione.
Nella lettura duosiciliana emerge un potere che proclama neutralità mentre resta scompostamente impelagato in dinamiche che non controlla, alternando dimenticanze strategiche a scelte ambigue e cercando, alla fine, di spostare altrove responsabilità che gli vengono attribuite in modo assolutamente diretto.” Questa complicità, oggi, l’Impero la definisce neutralità. Noi preferiamo chiamarla con il suo vero nome: ipocrisia”
La parte finale del testo rivendica l’azione militare congiunta condotta mesi fa nel porto di Orbetello, insieme a Venezia, Albania e Bosnia. Secondo il Regno, si trattò di una “risposta inevitabile” contro chi aveva “offerto a ONE riparo e sostegno.”
Il monito conclusivo è privo di sfumature: “non esiteremo mai a difendere il Regno, i suoi alleati e il suo onore”. E ancora: “se l’Impero sceglierà menzogna e inganno, troverà le nostre armate ad attenderlo”
Il comunicato termina con una frase che chiude ogni spazio alla diplomazia: “abbiamo solo una richiesta: non umiliarti ulteriormente”.
Il testo integrale del Comunicato è visibile nella piazza del Regno delle Due Sicilie e riportato https://forum.renaissancekingdoms.com/viewtopic.php?p=97633763#97633763]qui
Filangieri redattore KAP Venezia
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