Modena (KAP) - Un nuovo Concordato per Modena. Il signor Rafael, onorevole modenese, testimonia per i nostri lettori.

« Le attuali istituzioni della chiesa Aristotelica e quelle politiche del ducato di Modena, sembrano essere sul punto di trovare un accordo per quanto riguarda un nuovo concordato, se pur questa informazione venga ripetuta di continuo a partire, se non ancora prima, dal duca di turno eletto dallo scorso mese di Ottobre. Tuttavia, dall'ultimo aggiornamento presente nella bacheca del Gran Ciambellano, si parla di ultimissimi nodi da discutere e sciogliere per la sua effettiva presentazione ed eventuale approvazione del Consiglio. Per dovere di cronaca è utile ricordare che il vecchio insieme di leggi che regolavano il rapporto tra Chiesa e Ducato, era di fatto in vigore fino al mese di gennaio 1471, in quanto parte integrante del Codice Legislativo Modenese e anche se giustamente non rispettato, mai tolto, modificato o considerato in modo effettivo e legale al cospetto dei cittadini, disapplicato da circa sette anni, anche per preservare interessi politici e personali, se pur al suo interno composto da norme scandalose che assegnavo una serie di privilegi altrettanto scandalosi ai membri della curia, ad esempio impedendo o limitando l'attività politica a chi non fosse battezzato, di un altra fede o semplicemente non credente, di fatto creando delle minoranze, perseguitando e discriminando le persone che in modo legittimo non si riconoscono in queste fede, andando esplicitamente contro l'ultima bolla imperiale che fa rifermento a questo tema. Inoltre, da segnalare il posto ancora vacante dell'ambasciatore di Modena presso la Chiesa, i dubbi sollevati relativi alla struttura uguale al quella del vecchio concordato, e il rifiuto da parte dell'ex duca di prendere anche solo in considerazione, la possibilità di estendere il bando per trovarlo che viene ripetutamente chiuso e riaperto, oltre che di presentare la prima bozza alla popolazione, altamente sensibile su questo tema in quanto composta, in misura maggiore rispetto che in altri principati, da cittadini scomunicati, non credenti, appartenenti ad altre religioni e che comunque hanno ricoperto o anche attualmente ricoprono cariche politiche di rilievo e importanti per la comunità, in sintesi liberi e non soggiogabili da qualsiasi tipo di minaccia o ricatto legato a questo tema, che sicuramente resteranno vigili nel preservare i loro diritti di liberi esseri umani e cittadini dell'Impero, anche contro la più eventuale minima discriminazione religiosa nei loro confronti. »


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